Gli Italiani e la lettura
- Gruppo di Ricerca LF
- 7 mag 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Un paese povero di libri
In Italia si legge poco. Dati ISTAT alla mano, nel 2018 solo 23 milioni e mezzo di italiani, ossia il 40.6% della popolazione dai 6 anni in su, sono stati classificati come lettori. Questa definizione riguarda chi legge almeno un libro all’anno per passione (senza considerare dunque le letture per studio o per ragioni professionali). Tenendo conto che all’interno di questi 23 milioni vi è chi si ferma al requisito minimo, ossia leggere un solo libro all’anno, il quantitativo di libri pro-capite letti nel nostro paese non può che essere piuttosto basso.
Infatti poco meno della metà dei lettori del 2018 (46.5%) dichiara di aver letto al massimo 3 libri nei 12 mesi precedenti. Si tratta dei così detti “lettori deboli”, che comprendono quasi la metà di tutti i lettori maschi. Resistono i “lettori forti”, con almeno 12 libri all’attivo nell’ultimo anno, che stabilmente, dal 2017, si ritagliano una piccola fetta del 14.3% sul totale dei lettori. In questo gruppo emerge un differenza di genere: prendendo in esame la sola popolazione femminile il 15.3% legge in media un libro al mese, un dato che cala al 12.9% per l’utenza maschile.
La maggiore propensione delle donne alla lettura si evince anche dal fatto che il 46.2% delle donne italiane è lettrice, contro il 33.7% degli uomini. Oltretutto in ognuna delle fasce di vita prese singolarmente i maschi lettori non superano mai il 50% del totale.
In crescita invece è il numero di giovani lettori: tra i 15 e i 17 anni sono il 54.5%.
Anche in questo caso spiccano le donne. Le ragazze tra gli 11 e i 19 anni si presentano in assoluto come il pubblico più affezionato alla lettura: ben il 60% di loro è lettrice.
Invariata nel tempo resta la distribuzione di testi presenti nelle nostre case: da circa 20 anni una famiglia italiana su 10 non ha nemmeno un libro in casa. E anche quando presente, il numero totale di libri nel 31% dei casi non supera comunque le 25 unità. Nel 64% delle librerie domestiche non si raggiungono i 100 titoli e anche tra chi possiede oltre 400 libri circa una persona su cinque (23.1%) afferma di non averne mai letto nemmeno uno.

A cosa si associano le abitudini di lettura?
I fattori che, secondo l’indagine ISTAT, influenzano le abitudini di lettura sul suolo italiano sono:
1) Livello di istruzione: l’abitudine alla lettura sembra essere più consolidata tra le persone che possiedono un titolo di studio più alto. Il 73.6% dei laureati legge libri, contro il 46.7% dei diplomati e il 26.5% di chi arriva alla terza elementare.
2) Genere: come abbiamo visto, non solo leggono più donne che uomini, in percentuale, ma troviamo più “lettori forti” nella popolazione femminile che in quella maschile.
3) Età: nel 2018 la quota più alta di lettori continua ad afferire dai giovani: tra i 15 e i 17 anni legge il 54.5% dei ragazzi, in crescita rispetto al 47.1% del 2016. Oltre i 55 anni, invece, la quota dei lettori scende sotto il 50% sia per i maschi che per le femmine.
4) Regione di appartenenza: emerge una disparità tra Nord e Sud. Nelle regioni nordiche infatti legge una persona su due (49.4% nel Nord-ovest e 48.4% nel Nord-est), contro il 26.7% di media delle regioni del Sud Italia. Variegata la situazione nelle Isole, con scenari molto diversi tra Sicilia (24,9%) e Sardegna (44,7%).
5) Tipologia comunale: le abitudini di lettura risultano più forti nei Comuni centro delle aree metropolitane, dove possiamo trovare circa un lettore su due (49.2%), mentre la quota scende al 36.1% nei Comuni con meno di 2000 abitanti.
6) Ambiente familiare: tra i giovani sotto i 18 anni legge il 74.9% tra chi ha entrambi i genitori lettori, un dato che scende al 36.2% per i figli di genitori non lettori.
Il punto di vista dell’Associazione Italiana Editori
La scarsa propensione degli italiani alla lettura può rappresentare una zavorra per la crescita dell’editoria nazionale. Infatti, tra i cinque maggiori mercati editoriali europei, l’Italia è il paese con il più basso indice di lettura di libri tra la popolazione adulta. L’indagine dell’Associazione Italiana Editori (AIE) rivela che nel 2019 il 17% degli adulti ha letto un libro al mese. Anche il tempo dedicato quotidianamente alla lettura resta limitato: solo il 9% ha letto più di un’ora continuativa al giorno. Preoccupante pure l’andamento della lettura nelle fasce giovani: pur essendo, con l’87%, al vertice della classifica per numero di lettori, la percentuale di chi dedica alla lettura almeno un’ora al giorno è scesa dal 5% del 2017 al’1% del 2019. Le abitudini dei piccoli lettori si fanno sempre più frammentarie ed emerge una generale preferenza per storie brevi o caratterizzate da personaggi forti o facilmente riconoscibili, con predilezione per le immagini piuttosto che per i testi scritti.
Altro aspetto con cui l’editoria italiana deve confrontarsi: l’Italia si colloca all’ultimo posto per il livello di comprensione delle letture. Solo il 24.8% della popolazione possiede le competenze necessarie per elaborare adeguatamente un testo, con le conseguenti difficoltà di trasformazione sociale, di sviluppo di spirito critico e di accesso al mercato del lavoro che ne derivano.
La lettura al tempo del COVID-19
Oltre a queste sfide che l’AIE deve affrontare si aggiunge l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Ed è drammatico l’impatto del Covid-19 sul mondo dei libri. Ben il 98% degli editori riferisce una percezione di “crisi profonda”, mentre l’Associazione Italiana Editori dichiara che vi è stato un calo del 25%, con punte del -50%, per il mercato del libro. Saranno 23.200 i titoli in meno che verranno pubblicati nel 2020 per la drastica riorganizzazione dei piani editoriali (circa il 30% dell'intera produzione italiana). Tradotto: - 49 milioni di copie pubblicate nel 2020, con effetti a catena sulle varie articolazioni della filiera. Difatti con la chiusura delle librerie in Italia crollano anche le vendite dei libri. La grande distribuzione e l’e-commerce non riescono a dare sostegno ad un mercato che è già sofferente. Il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi, afferma: «Non si tratta solo di un dramma economico e culturale ma anche di un dramma sociale».
Sarà un colpo verso la cultura italiana, la diversità culturale e il pluralismo. Per questo AIB - Associazione Italiana Biblioteche, AIE - Associazione Italiana Editori e ALI - Associazioni Librai Italiani, hanno proposto un piano straordinario a sostegno del settore: un sostegno alla domanda lungo due linee. Da una parte fondi alle biblioteche di pubblica lettura per un piano straordinario di acquisti di libri, con particolare attenzione alle librerie del territorio. Dall’altra un sostegno tramite strumenti analoghi al bonus cultura, finora dedicato ai diciottenni, da estendersi ad altre fasce della popolazione.
Non resta che augurarsi che il mondo del libro resista a questo ennesimo pericolo. E chissà che la quarantena, per qualcuno, non sia diventata un’occasione per esplorarlo.
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